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CRISCO: due anni di Villa in Europa

Con la fine di agosto termina l’esperienza europea della nostra villa all’interno del progetto CRISCO.

Di questa affascinante occasione di incontro internazionale ci aveva già parlato Alia (qui l’articolo), più di un anno fa, quando a inizio progetto, oltre 60 curiosi da tutta Europa hanno visitato la nostra città, vivendo ben più di un momento presso la Villa.

Ora, alla fine del nostro viaggio attraverso le buone prassi europee, concludiamo il discorso, presentando l’esito di Crisco.

Ma partiamo dall’inizio. Nell’estate 2017 il comune di Bassano, attraverso l’assessorato alla cultura e gli uffici di Opera Estate, ci segnala la possibilità di mandare la candidatura per far parte del Progetto Crisco: Crossroad of the Regions – fostering involvement of all citizens in local life to Improve Social COhesion.

Il progetto, promosso dalla municipalità di Etterbek, città di Bruxelles, vuole mettere in comunicazione enti pubblici, organizzazioni non governative e liberi cittadini in un programma biennale (settembre 2017-agosto 2019) di incremento della coesione sociale. I 4 principali punti di lavoro sono stati:

  • Le barriere sociale e culturali
  • I pregiudizi e le situazioni individuali di precarietà
  • Le barriere linguistiche
  • Luoghi (pubblici) per attività inclusive.

 

Tra i core partner del progetto, oltre all’associazione Europea ALDA (con sede a Strasburgo, in Francia) e al centro di ricerca VIFIN (con sede a Vejle, in Danimarca), c’era anche il comune di Bassano, e la squadra di ragazzi che l’ufficio di Opera Estate ha coordinato in questo biennio. Oltre ad Opera Estate e a noi di Villa Angaran San Giuseppe (presenti con Tommaso e Alia), erano rappresentati nel gruppo Via Scalabrini 3, Casa a Colori, Spazi Comuni, e diversi liberi cittadini, tra cui la fotografa Sara Lando che ha documentato tutti i nostri incontri.

Durante i due anni col gruppo Bassanese abbiamo promosso e partecipato a diverse iniziative: l’assemblea inter-istituto tra le varie scuole superiori di bassano, il presidio antirazzista in viale dei martiri, un flash mob per sensibilizzare sulle morti in mare nel mediterraneo, degli incontri aperti a tutti sui temi dell’inclusione sociale. Oltre alle attività locali abbiamo partecipato ai 4 incontri transazionali: dopo l’incontro di avvio a Bassano, siamo stati in Francia e in Danimarca, e abbiamo contribuito attivamente all’evento finale di Bruxelles, svoltosi recentemente dal 25 al 28 giugno.

E proprio a Bruxelles la Villa è stata uno dei temi di maggior interesse, poiché il tema dell’incontro “Luoghi (pubblici) per attività inclusive” poneva l’attenzione sull’importanza degli spazi. Nella presentazione della Villa come luogo ad uso collettivo abbiamo posto un tema innovativo: come uno spazio privato può diventare comunque riconoscibile dalla città come luogo a disposizione di tutti. Abbiamo quindi spostato l’attenzione dalla proprietà (che nel caso della villa è un istituto religioso, quindi un ente formalmente privato) all’uso e alla governance: due temi fondamentali per la riconoscibilità di un luogo.

Aprire la villa alla città, destinarla principalmente alle fasce più deboli o dimenticate, e coinvolgere nei processi di governance e nella visione etica e progettuale enti differenti rappresentativi di Bassano, è un modo, a nostro parere, di contribuire alla disseminazione di luoghi collettivi indipendentemente dai proprietari. E se i proprietari sono enti virtuosi (come nel caso dei Padri Gesuiti), che pongono condizioni chiare rispetto all’uso e alla durata del progetto, crediamo che luoghi differenti possono generare comunità inclusive, arricchire un territorio, diventare beni comuni e vivere e sostenersi grazie alla riconoscibilità che ottengono dalla propria città (e regione, stato, europa…). Il passaggio da public (o private) space a common space è un processo fondamentale per prenderci cura dei tanti spazi vuoti, o mal organizzati, che sussistono nel nostro continente.

Rigenerare spazi per creare luoghi, e in particolare luoghi inclusivi, è un invito forte che abbiamo lasciato ai partner di Crisco.

Alla fine dei 4 giorni di Etterbek abbiamo proposto (grazie all’idea della nostra fotografa Sara Lando) un libro di ricette (The Crisco Recipes Book), che contenga 13 buone prassi europee sulla coesione sociale. Raccontate in maniera semplice (una pagina a4, in formato libro di ricetta), queste pagine contengono tutti gli ingredienti per sfornare, in qualunque angolo del continente, dei deliziosi manicaretti di inclusione sociale. Proprio perché ci auguriamo che questi incontri europei non restino soltanto dei ricordi di serate, scoperte, nuove amicizie, ma possano davvero contaminare i nostri ambienti con idee nuove e con un vento sovranazionale che rafforzi la nostra identità inevitabilmente multiculturale.

Tommaso

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