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La doppia perdita, secondo Marco

 

Nel mese di dicembre il performer e collega Marco Patuzzi si esibisce in Villa in uno spettacolo intimo e intenso, suddiviso in tre atti, dal titolo “Perdita del cielo, perdita dell’altro”. In questo breve articolo, Marco ci racconta come è nata e come si è sviluppata questa sua ultima performance, che cova da tempo e che già ci aveva anticipato in questo video circa un anno fa.

PERDITA DEL CIELO, PERDITA DELL’ ALTRO 

Genesi di una doppia perdita.

“Perdita del cielo, perdita dell’ altro ” è il racconto di una doppia perdita.

Da un lato, la perdita di Dio da parte dell’ uomo.

Dall’altro, la perdita del concetto di umanità.

Oltre ad alcune poesie del sottoscritto vi sono, in essa, poesie di Bertolt Brecht, Mahmoud Darwish e Sergey Stratanovkij.

“Perdita del cielo, perdita dell’ altro” non è solo versi, parole, ma anche gesto, azione, movimento.

Drammaticità.

E’ nata nel 2018 in piena epoca Salvini vedendo tutti gli attacchi che venivano fatti ai migranti via social.

Questa performance è nata dalla mia indignazione per esso, unita alla consapevolezza che questo nostro mondo era così perchè, ormai da tempo, avevamo abbandonato Dio.

Questa performance debuttò, in forma ancora embrionale, durante le notti bianche del luglio 2018 e, successivamente, fu portata anche a Modena presso il Salotto Culturale Agazzotti.

La performance che in questi giorni potete vedere in Villa Angaran San Giuseppe ha trovato la sua definitiva conclusione nell’estate del 2020.

Marco Patuzzi



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