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Storie di Villa: esistono dei Fotografi Pigri

Dal 20 al 23 agosto, 12 fotografi hanno preso possesso della di Villa Angaran San Giuseppe per partecipare a una residenza d’artista. Erano anni che immaginavo di portare un gruppo di fotografi a Bassano per qualche giorno e trovare un ambiente adatto per poter creare in libertà, imparare gli uni dagli altri, dormire pochissimo e divertirsi un sacco nel processo.

Nella primavera dell’anno scorso questo pensiero ha cominciato a prendere forma. All’inizio era una cosa detta così per dire, come quando si dice “ah, quando vincerò la lotteria…” e poi un po’ alla volta questa idea ha cominciato a far crescere delle radici, a farsi spuntare i germogli. In fondo io ce l’ho un gruppo di fotografi pronti a tutto a cui attingere: i miei Fotografi Pigri.

Il Gruppo di Supporto Fotografi Pigri è un laboratorio fotografico virtuale che dura quattro mesi: diverse persone, professionisti e principianti assieme, lavorano in modo asincrono a esercitazioni e progetti personali su una piattaforma online. Ogni partecipante ha accesso a un forum protetto da password, lontano dalle dinamiche dei social media, all’interno del quale può condividere le proprie foto, commentare quelle degli altri e confrontarsi su argomenti relativi alla fotografia. Le immagini vengono discusse collettivamente all’interno del forum e alla fine dei quattro mesi ci si ritrova a essere quasi una grande famiglia disfunzionale. Alcuni alla fine proseguono per la propria strada, ma molti restano in contatto, tanto che abbiamo creato un forum chiamato “Il forum dei sopravvissuti e recidivi”.

È una specie di rifugio in cui rintanarsi quando il mondo fuori si fa cupo, sicuri di trovare sostegno. Questo 2020 cupo lo è stato davvero, eppure in tanti avevamo voglia di creare assieme, di trovare un modo per incanalare quello che stava succedendo e tirarne fuori qualcosa che non fosse solo il vuoto che sembrava risucchiarci collettivamente. Costretti nelle nostre case abbiamo sentito la necessità di interrogarci su cosa significhi essere con gli altri, ma soprattutto non poter esserci. Eravamo corpi costretti all’immobilità, anime pesanti di paura, che si sentivano sole assieme. Ci siamo dati un tema: i territori dell’assenza.

E poi ci siamo dati un appuntamento: quelli di noi che si trovavano nelle condizioni di poter viaggiare in sicurezza sarebbero confluiti a Bassano ad Agosto, durante B.Motion. Quelli che non sarebbero potuti venire avrebbero potuto comunque partecipare in qualche modo da lontano: se c’è una cosa che abbiamo imparato durante il primo lockdown è che una connessione Internet può aiutare a colmare un pochino le distanze. Fuggivamo dal contagio, ma cercavamo la contaminazione: la contaminazione tra artisti con background ed esperienze diverse, la contaminazione tra arti visive e danza, la contaminazione con Villa Angaran San Giuseppe e le sue mille anime. Ognuno di noi ha usato il tema come come bussola per navigare la propria ricerca artistica personale.

Ci incontravamo su Zoom una volta alla settimana e discutevamo le nostre idee sul forum. Il piano era quello di partecipare al festival e prendere parte alle pratiche fisiche e poi lasciarsi ispirare dagli spettacoli, da Bassano, dallo scenario di Villa Angaran san Giuseppe e dalle persone che la abitano.

Alia (eletta all’unanimità fotografa pigra onoraria) ci ha presi per mano per aiutarci nella logistica e ci siamo sentiti completamente accolti: siamo talmente abituati a muoverci all’interno di limiti rigidi che trovarsi improvvisamente a navigare nelle possibilità è stata un’esperienza quasi surreale. Ed ecco che quindi abbiamo creato una postazione in reception per permettere ad Adolfo di chiacchierare da Roma con chiunque passasse davanti alla sua webcam; ecco che durante la notte Maria, Giovanni e Ilario proiettavano foto sulle pareti della villa addormentata; ecco che abbiamo potuto usare il magnifico parco della villa per partecipare alla pratica fisica guidata dalla generosissima Masako Matsushita o occupare la zona comune al primo piano per poter lavorare ai nostri progetti in sicurezza e rispettando il distanziamento sociale.

La sera ci raccoglievamo attorno alla lunga tavolata preparata per noi all’aperto a scambiarci opinioni sulla giornata appena trascorsa e fare piani per la successiva: le collaborazioni spontanee nate attorno a una fetta di cheesecake al cioccolato hanno permesso di sviluppare idee troppo grandi per essere portate da una persona sola. La domenica all’alba i fotografi pigri hanno percorso il sentiero lungo Brenta al buio per partecipare a una pratica fisica guidata da Roberto Casarotto, hanno assistito al sorgere del sole si sono lasciati ispirare dall’acqua, dall’aria, dalla sensazione semplice delle rocce sotto i piedi.

A volte il segreto per creare qualcosa non è tanto aggiungere quanto togliere, semplificare, fare spazio con delicatezza piuttosto che riempire un vuoto a forza. Le idee sono diventate foto, che sono diventate stampe, che sono diventate composizioni, collage, ibridi nuovi. La villa ha permesso a chi aveva bisogno di un momento di riflessione di trovare uno spazio tranquillo e contemporaneamente ha dato a chi aveva bisogno di un confronto o di incoraggiamento di non sentirsi solo e trovare sostegno nello spazio comune. Avremmo voluto condividere i risultati di questa residenza già in autunno, ma il COVID l’ha reso difficile.

Però questo ci dà la possibilità di sperare di ritrovarci in villa in primavera, per poter mostrare a Bassano il frutto dei semi piantati la scorsa estate, ma soprattutto per brindare sotto le luci di TodoModo con la pancia piena di cheesecake.

Sara Lando

N.B. Tutte le foto presenti in questo articolo sono state scattate dal gruppo dei Fotografi Pigri!



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